L’ex capitano rossoverde, oggi tecnico della Ducato in Eccellenza parla della sua quarantena e della situazione inedita del calcio e dello sport
Giorni frenetici e difficili, nonostante la quarantena, o forse proprio a causa di essa, anche per Ezio Brevi, bandiera rossoverde, già secondo di Luigi De Canio e attualmente allenatore della Ducato di Spoleto, nel campionato di Eccellenza regionale.
“Sto con la mia famiglia – dice l’ex capitano delle Fere – ed ho il problema di dover assistere quotidianamente mia madre che non è autosufficiente. Quindi gli spostamenti, benchè consentiti, sono sempre molto complicati e complessi”.
TENSIONE E SPERANZA. Un mix fra tensione e speranza alimenta questi giorni un po’ per tutti e per Brevi non è diverso: “Siamo tutti in attesa di capire come evolve questa situazione e sperando di trovare qualche conforto nei numeri, che ci dicano presto che la situazione migliori. Ho cinquant’anni e per me è una situazione insolita, inedita da vivere, sia nella quotidianità che nelle prospettive”
DUCATO FERMA. Anche la sua squadra, ovviamente è ferma ad aspettare la fine della quarantena: “I ragazzi hanno avuto un programma personalizzato – spiega – ma chiaramente se la cosa va avanti a lungo diventa complicato. Adesso c’è anche il divieto di allontanarsi di casa di più di 200 metri quindi diventa complesso anche correre. Se ripartiremo, dovranno darci la possibilità di rimettere benzina nel motore”, sottolinea.
REGOLE CERTE. Già, ma quando ripartirà la stagione? “Penso che darsi l’obiettivo di fine maggio possa aiutare a superare questo momento – dice Brevi – possa essere un segnale per reagire da parte di tutto il movimento. Però è chiaro che devono esserci le condizioni giuste”. E se non si dovesse ripartire per questa stagione? Brevi ha un pensiero chiaro: “Bisogna che lo sport – tutto, non solo il calcio – si dia delle regole chiare, che debbono valere a livello universale. Se si decide che non ci sono le condizioni per andare avanti che si fa? Penso alla Ternana che in lotta per i playoff, ma anche a chi per esempio lotta per vincere il campionato. Si ferma la classifica all’ultima giornata o si annulla tutto? Entrambe le situazioni possono finire per scontentare. Credo che qui debbano essere i vertici dello sport a dettare una linea e tutti devono seguirla. Mi rendo conto però che non è facile, perchè è una situazione che non ha uno storico col quale confrontarsi”