Dopo i tanti episodi contestati l’allenatore definisce così la tecnologia. E aggiunge: “Con il Benevento, un rigore e mezzo per noi”.
C’è il Suv… e c’è il Var. Il primo è un’autovettura, il secondo… pure. Stando, almeno, alla battuta che ha fatto l’allenatore della Ternana Cristiano Lucarelli, parlando proprio della tecnologia a supporto degli arbitri. Dice il tecnico: “Oggi sono di buon umore e sono in vena di battute. Ovviamente, senza polemica. Il Var, ormai, è un po’ è come una macchina, un’automobile. Dipende da chi la guida. Ognuno, infatti, la porta a modo suo. C’è chi ci va oltre i limiti, c’è chi li rispetta, c’è chi passa col rosso e c’è chi si ferma con il verde. E’ uno strumento che ha una valenza molto importante, ma viene usato, a seconda degli arbitri e dei varristi, in maniera personale“.
CAVIA. Poi, parla dei due episodi contro il Benevento, entrambi in area giallorossa, il mani non visto nel primo tempo proprio davanti alla porta e il sospetto tocco di braccio nella ripresa: “Se l’arbitro avesse voluto essere fiscale, c’erano un rigore e mezzo per noi. Quanto meno, questo campionato lo ricorderemo perché la Ternana ha fatto da cavia e da scuola su una serie di situazioni nuove rilevate dal Var. Speriamo che gli esperimenti sulla Ternana siano finiti“.