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Non solo Ternana: la rivincita delle proprietà italiane

Una curiosa statistica anima la serie cadetta: i club dei magnati stranieri sono in affanno a fondo plotone. Davanti ci sono realtà a guida italiana

La serie B, le proprietà dei club e la classifica. Uno strano ribaltone che regala un pizzico d’orgoglio all’Italia dell’industria e dell’impresa, non solo sportiva. In un calcio italiane che è sempre più preda di proprietà straniere (sia chiaro: ben vengano, per evitare fallimenti a catena dei club), è abbastanza curioso che la classifica releghi le proprietà più facoltose ed internazionali a fondo classifica, premiando invece realtà made in Italy.

Basta guardare la classifica cadetta. In testa c’è la Ternana di Bandecchi, seguita ad un punto dalla Reggina del nuovo proprietario Felice Saladini, dal Bari della famiglia di imprenditori cinematografici De Laurentiis, dal Frosinone della famiglia Stirpe e dal Genoa (unica proprietà straniera, il fondo Usa 777 Partners): sei proprietà italiane ai primi otto posti (l’altra proprietà straniera è il Parma di Kyle Krause).

E in coda? Eccezion fatta per il Perugia, troviamo il Como del magnate indonesiano Hartono, il Pisa del finanziere anglo-russo Knaster, il Palermo della nuova proprietà araba (la stessa del Manchester City) e il Venezia del banchiere Usa Duncan Niederhauser.

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