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Ternana, Coletto sul progetto stadio-clinica: “Difficile togliere convenzioni assegnate”

L’assessore regionale alla sanità, in audizione a Palazzo Spada, frena sull’idea di Bandecchi. Il 6 Luglio conferenza dei servizi. E spunta una consulenza strana…

Il giorno chiave sarà il 6 Luglio. Per quella data, infatti, è stata indetta la Conferenza dei servizi decisoria sul progetto stadio-clinica presentato in Regione dal presidente della Ternana e patron di Università Niccolò Cusano Stefano Bandecchi. 

Una data nella quale si saprà se il progetto potrà o meno andare avanti. Sul come, è più complesso. Anche perchè è spuntata all’improvviso una determina dirigenziale della Regione nella quale questa chiede un consulto riguardo a se il progetto di riqualificazione dello stadio Liberati collegato alla realizzazione della clinica può rientrare nel quadro della Legge Stadi.

La cosa che più colpisce che l’ente a cui viene chiesto un consulto è – teoricamente – una struttura concorrente, affida all’Università Cattolica del Sacro Cuore. “Presto ci saranno delle novità”, ha detto il vice presidente Tagliavento rispondendo sulla questione, a margine della firma per la convenzione sull’utilizzo del Liberati e del Taddei.

Il Comune – nella persona del sindaco Latini – si è affrettato a spegnere il fuoco gettandoci sopra secchiate d’acqua (“ Non ci sarà alcuna interferenza con la convocazione della Conferenza dei servizi decisoria” ), certo però che la scelta regionale di questa consulenza (che fra l’altro costa quasi 40.000 euro di soldi pubblici) appare quantomeno bizzarra.

Coletto ed i posti in convenzione

L’aria che tira insomma è sempre quella e non è bella. Anche perchè l’assessore regionale alla sanità Luca Coletto, che già nella sua ultima uscita ternana era entrato a gamba tesa sulla questione dei posti in convenzione (100 sui 203 totali della clinica), non è stato più rassicurante nelle parole rilasciate al termine dell’audizione in seconda commissione consiliare a Terni.

“C’è una commissione che ci sta lavorando. Una volta assegnate le convenzioni toglierle è abbastanza difficile. Ma non c’è alcun tipo di preclusione: i tecnici sono al lavoro per far sì che ci sia un equa distribuzione dei posti privati accreditati“. Tradotto: non sarà facile dire alle cliniche perugine che hanno occupato i posti in convenzione che dovranno cederne una parte.

E aggiunge: “Il privato convenzionato viene pagato con soldi pubblici e deve essere complementare alla programmazione pubblica, è chiaro. Le case di cura possono fare quello che vogliono se fanno privato su privato. Una volta stabilita la necessità di convenzionare scattano le verifiche tecniche e di sostenibilità, poi la giunta prende atto. In definitiva i privati fanno ciò che dice la Regione. Meglio, mi correggo, fanno ciò che serve ai pazienti umbri e alla sanità regionale”.

Insomma, dalle parti di Palazzo Cesaroni, quando si parla del progetto di Bandecchi, tira sempre vento di burrasca.

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Marco
Marco
1 anno fa

Benissimo. Le elezioni si avvicinano poi vediamo cosa succede. E ora di buttare in aria i tavoli e far rispettare il ns territorio le ns esigenze, specie in tema di salute.

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