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Ternana, la meteora Gobbo tra proclami e fallimenti

Dodici anni fa venne ingaggiato per mantenere la C1 ma gli fu fatale il derby con il Foligno. Poi si trasferì in Africa

Chi si ricorda, a Terni, di Renzo Gobbo? Eppure l’allenatore veneto ha guidato la Ternana, ingaggiato con il preciso compito di rimanere nella categoria che al tempo, nel 2010, era la Serie C1, ma anche di mettere in mostra un gioco arioso di cui si diceva fosse capace. Impossibile ricordarlo, perché lui in quella panca si è seduto solo otto volte, poche più di Giovanni Vavassori, altra meteora rossoverde: dopo la preparazione estiva, per la verità seguita da molti proclami attraverso i giornali, il 12 ottobre venne esonerato con la squadra penultima in classifica.

Insieme a lui liberarono gli armadietti pure l’allenatore in seconda Salvatore D’Urso ed il preparatore atletico Corrado De Luca. Gli fu fatale la sconfitta interna contro il Foligno, un derby in tono minore ma pur sempre una gara da campanile, che la Ternana non avrebbe dovuto perdere.

Anno disgraziato quello, perché dopo arrivarono sulla panchina due laziali. Il primo Ferdinando Orsi, sotto la cui gestione la squadra non cambiò passo. Poi ancora Bruno Giordano, che perse pure i playout, la sua Ternana risultò prima nella sola graduatoria della peggiore differenza gol (meno quindici). La Ternana fu poi fatta ripescare attraverso il nume tutelare di Elio Giulivi, presidente della Lega Nazionale Dilettanti, che vigilava sulle sue vicende sportive.

Gobbo venne a Terni dopo una dignitosissima carriera da calciatore con presenze in serie A e B. Poi da allenatore fece un figurone riuscendo a vincere il campionato di Serie D con i bresciani del Montichiari: gli bastò quello per essere selezionato dalla Ternana. Dopo un’altra esperienza in Italia, se ne andò in Nigeria, dove ancora oggi è alla direzione tecnica di una squadra, l’Abuja, che partecipa alla massima divisione di quel paese.

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