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Ternana, Partipilo si racconta: tra la voglia di smettere e le origini del nome

In una intervista a Gianlucadimarzio.com, l’esterno rossoverde parla della sua vita calcistica: dalle esperienze passate a quella con le Fere

E’ uno degli uomini imprescindibili della Ternana di Lucarelli, oltre che il miglior assist-man di tutta la Serie B. Anthony Partipilo sta vivendo finalmente una stagione da protagonista anche nel campionato cadetto e in una intervista a ‘Gianlucadimarzio.com’ ha raccontato alcuni aneddoti della sua carriera.

GIOVENTU’. I primi calci ad un pallone dell’esterno barese all’età di 6 anni: Ero in prima elementare e la mia maestra vedendomi a scuola aveva notato che ero bravo e mi diceva che dovevo andare in qualche scuola calcio. Lei conosceva l’allenatore del Bari Adriatico Faro, una piccola squadra il cui presidente era Vincenzo Tavarilli, ex calciatore barese. Da lì ho cominciato”. Dopo essere cresciuto nella Primavera della squadra della sua città e aver esordito in B contro il Novara, comincia a girovagare in prestito per l’Italia tra Cosenza e Savoia. Ma, demoralizzato per gli insuccessi, decide di lasciare il nostro Paese per trasferirsi in Romania: “Ho accettato l’offerta del Cluj, consigliato anche dal ds Zamfir. Purtroppo, non ho mai giocato. Ma è stata un’esperienza che mi ha fatto crescere. Avevo anche il pensiero di mia moglie incinta quindi sono tornato e ho rescisso con il Bari”. 

LA VOGLIA DI SMETTERE E LA RISALITA. Tornato in Italia, Partipilo riparte dalla sua Puglia in Serie D: “A Bisceglie eravamo una squadra di ragazzini e ci siamo salvati. In quel momento stavo pensando di smettere, stavo per avere un bambino e dal lato economico non riscontravo nulla. Poi sono arrivati Tateo e Narcisi, i miei agenti, ed è riiniziata la scalata. L’anno dopo il presidente Canonico ha comprato il club, hanno rifatto la squadra e abbiamo vinto il campionato. Io ero l’unico rimasto dall’annata precedente”.

IL NOME E LE FERE. Il classe 1993 racconta le origini del suo nome: “Mio padre andava al San Nicola e tra primo e secondo tempo lo speaker diceva sempre questa pubblicità ‘Anthony, Anthony, Anthony, l’orologio degli sportivi!’. Lui voleva chiamarmi Damiano, come mio nonno, ma siccome in famiglia siamo numerosi e ce n’erano già tanti, ha scelto il nome Anthony”. A Terni ha trovato la definitiva consacrazione e insieme a Falletti sta formando una coppia affiatatissima: “Con Cesar ho vinto la classifica marcatori ma inizialmente per motivarmi avevamo fatto una scommessa, se avessi segnato almeno 15 gol mi avrebbe fatto un regalo. Così è stato, poi alla fine non mi importava chi ce l’avrebbe fatta, l’importante era arrivare insieme all’obiettivo”

 

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