A Cosenza non ha pagato il folto turnover di Lucarelli con sistema diverso rispetto al 5-0 al Vicenza, il tecnico: “Un rischio calcolato”.

Si dice, di solito, che la squadra che vince non si cambia. L’allenatore Cristiano Lucarelli ha cambiato la sua Ternana rispetto alla partita stravinta ai danni del Vicenza e l’esperimento ha portato un buco nell’acqua. Cinque uomini diversi rispetto all’undici di base della partita precedente, ma soprattutto un differente modulo tattico. Ha provato a osare, mister Lucarelli, ma la scelta non gli ha dato i frutti voluti. A sentire lui, quello che non ha funzionato sono state la mancanza di furore agonistico e la vittoria sul Vicenza non ancora ben metabolizzata.

“E’ MANCATA LA CATTIVERIA”. Contro il Vicenza si era vinto con il 4-2-3-1 di base. A Cosenza, al San Vito – Marulla, spazio invece a un 4-4-2. L’allenatore Lucarelli ha fatto ruotare i suoi in cinque caselle dell’undici di base. In panchina Falletti, Donnarumma, Palumbo, Sørensen e Furlan. Dentro, al loro posto, Salzano, Pettinari, Mazzocchi, Paghera e Boben. E’ andata male, stavolta. Primi 8 minuti con la Ternana già sotto di due gol, l’illusione del gol di Mazzocchi, gara riaperta, gioco ritrovato, ma distrazione nel prendere il 3-1 che ha di fatto chiuso lì la storia della partita di Cosenza. “Abbiamo fatto numeri che parlano chiaro – ha detto Lucarelli – come il doppio dei reti in porta rispetto gli avversari, il doppio del possesso palla e il doppio dei passaggi. Ma se non mettiamo il giusto furore agonistico e la fame di vittoria, questi numeri non valgono più niente. C’era la sensazione che si fosse ancora appagati dalla vittoria sul Vicenza. La colpa? E’ la mia, perché non sono evidentemente riuscito a motivare i miei calciatori. I cambi? Un rischio calcolato e preventivato. Ma evidentemente, non siamo ancora in condizione di cambiare così tanto. Anche se io, in realtà, ne avrei cambiati pure dieci“.