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Ternana, senti Zampagna: “Meriti la Coppa, devi essere più “brutta” ma concreta”

L’ex calciatore rossoverde parla della finale di sabato contro la Juventus Under 23: “Vincere sarebbe una boccata di ossigeno”

Manca sempre meno all’attesissima finale di Coppa Italia di Serie C contro la Juventus Under 23 e in città si prepara un clima della grandi occasioni. Tanto che a parlare del match è anche uno degli ex calciatori rossoverdi più amati e ternano doc come Riccardo Zampagna.

Inserito dai tifosi nella top 11 della storia delle Fere, l’ex bomber tra le altre di Messina e Atalanta ha rilasciato alcune dichiarazioni sul sito della Lega Pro: “La Coppa Italia sarebbe il primo trofeo della storia rossoverde, un momento di felicità per una città appassionata come la nostra, una boccata d’aria pura di cui ci sarebbe veramente bisogno. Il ternano vive in modo viscerale il calcio, si identifica nel club. E lo meriterebbe anche un presidente come Bandecchi, la società è solida e questa finale ne è una prova”.

Zampagna non si fida della Juventus B avrebbe voluto affrontare un’altra squadra: “In una gara secca sarebbe stato meglio un avversario diverso dalla Juventus. Il caldo potrebbe favorire i giocatori più tecnici e  i bianconeri ne hanno diversi. A me piace molto Matteo Brunori, è un attaccante umbro che seguo da tempo, per me merita la Serie A”.
L’ex attaccante ternano ha apprezzato la stagione delle Fere, ma indica cosa manca ancora alla squadra: “Gallo la fa giocare molto bene, abbiamo anche noi degli elementi di qualità. Vorrei solo che ci fosse un po’ più di ‘ignoranza calcistica’: a volte siamo stati troppo belli e l’abbiamo pagata. Dovremmo essere più brutti e concreti. Conosco bene la Lega Pro, è un campionato duro, ci vogliono combattenti”.

L’ex bomber, attualmente impegnato con la sua scuola calcio ‘Riccardo Zampagna San Giovanni Bosco”, fa una riflessione conclusiva sull’emergenza degli scorsi mesi: “Eravamo impreparati a tutto quello che è successo. E’ strano parlarne e ripartire dopo la tragedia del Coronavirus con cui dobbiamo ancora convivere. Credo che però il popolo italiano, rispetto ad altri Paesi, sia stato molto rispettoso e cognitivo e questo merita di essere sottolineato”.

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