Il vicepresidente dell’associazione dei calciatori annuncia l’intesa per aiutare i redditi più bassi
Il calcio, almeno a livello di Serie C, ancora non riparte. In attesa di capire gli sviluppi futuri, l’Associazione dei calciatori cerca di tutelare gli atleti in questa emergenza, soprattutto a sostegno dei redditi più bassi. Il vicepresidente dell’Aic Umberto Calcagno, intervenuto a ‘La politica nel pallone‘ su Rai Gr Parlamento, ha spiegato che la volontà della categoria è quella di ripartire, anche se a precise condizioni.
“Non devono essere i più deboli a pagare il prezzo più alto – ha affermato Calcagno – ci sono molti calciatori che guadagnano meno di 50mila euro lordi ed il mondo dei dilettanti in grande difficoltà. Il nostro sistema parte dall’alto e si ripercuote a cascata sui livelli minori, perciò se non riparte il calcio di vertice sarà peggio per tutti”.
Il vicepresidente dell’Aic annuncia una novità importante: “Con la Figc e la Lega Pro, nella speranza che ci venga concessa la cassa integrazione, abbiamo già trovato un accordo per creare un fondo solidarietà per tutelare i contratti più bassi. Il nostro Direttivo ha già deliberato di contribuire e stiamo cercando di coinvolgere la Lega Serie A e B. Anche il Governo deve tenere conto che anche al mondo dello sport mancheranno risorse, esattamente come per altri settori: spero che vengano prese in esame le defiscalizzazioni necessarie per chi avrà intenzione di continuare ad investire nel calcio. E nell’immediato dobbiamo dare una risposta concreta a chi vive di questo mestiere: il 50% dei calciatori professionisti guadagna meno di 50mila euro lordi e di questi il 70% è in Lega Pro”.