Il presidente dell’Associazione Italiana Allenatori e già tecnico delle Fere ha parlato a Sportitalia, dell’emergenza sanitaria legato al mondo del calcio e della ripartenza
L’ex rossoverde Renzo Ulivieri, tecnico della Ternana in serie B nella stagione in 1979-80 e presidente dell’Assoallenatori, è intervenuto a Sportialia sul tema della ripresa del campionato e non solo. Attacco diretto alla battuta del professor Giovanni Rezza, direttore dell’Istituto Superiore di Sanità che nella conferenza stampa del giorno di Pasquetta aveva detto, scherzando, che ‘da romanista manderebbe il campionato a monte’:
“Le sue parole le prenderei come una battuta uscita male. C’è la volontà di ripartire, se ci sono le condizioni. Ma questo non spetta a noi dirlo. Condizioni devono essere di massima sicurezza e per tutti, su questo non si scherza. Vogliamo terminare il campionato, prolungando anche la stagione. Difficile comunque fare previsioni, la situazione è in continua evoluzione”. Parole riprese dai colleghi di calciolecce.it che fanno il paio con la volontà del presidente Figc Gravina, fermamente deciso a ripartire, nonostante il parere negativo della comunità scienfica.
DUBBI SULLA C. Permangono però, anche per Ulivieri, dubbi sulle possibilità della serie C di adempiere alle prescrizioni da parte dei club di serie C: “Abbiamo problemi di sicurezza e anche degli impianti. Ci saranno impegni economici che dovranno essere sostenuti e non è detto che alcune squadre di C non ce la facciano. Mi sembra però problematico se partisse la Serie A e la B, e non la C”.
TAGLIO STIPENDI. E sulla vicenda del taglio degli stipendi: “Ci sono alcune cose da valutare e da distinguere. In Serie A gli stipendi sono alti ma poi ci sono anche gli staff o altre persone che lavorano nelle giovanili e in questo modo si guadagnano da vivere. Queste persone vanno tutelate, è quello che abbiamo detto come Associazione ed è quello che proveremo a fare. Ci sono categorie di allenatori che sono sotto il minimo. E parlo di minimo sotto il punto di vista di lavoratori normali, noi abbiamo fasce deboli da tutelare. Con la Lega di C abbiamo fatto un percorso in comune con l’Associazione calciatori perché gli stipendi di allenatori e giocatori si equivalgono. Noi parliamo di un indirizzo da dare in questo tipo di rapporto. C’è la possibilità sì, può darsi che la A e la B ce la facciano”.