L’ex vicepresidente Aic oggi procuratore parla al Corriere del Veneto: “Il professionismo è un illusione”. E risponde sulla trattativa in corso per il taglio degli stipendi
Il tema della possibile non ripresa del campionato e del taglio degli stipendi, in proporzione alle partite non giocate è sempre molto caldo. Interviene al Corriere del Veneto Claudio Pasqualin, vicepresidente dell’Aic negli anni 70 e poi procuratore:
“Le parti sono molto distanti. La proposta di tagliare le due mensilità in cui non si è giocato, quattro se salta la stagione, era una base di partenza. Il presidente AIC Tommasi l’ha definita vergognosa e non mi sembrano risposte da trattativa sindacale, a meno che non si voglia alzare un muro. Capisco partire forte, ma così si esagera. Forse ci si disallinea pure con le esigenze della categoria. Credo che nemmeno la gente apprezzi”, spiega.
RIFORMA Pasqualin invoca anche una riforma dei campionati: “La C è l’inferno dei dannati, ci sono pochi club solidi come il Vicenza di Rosso, almeno mille giocatori al minimo federale di 26000 euro l’anno. Il professionismo è un’illusione e l’economicità del sistema non regge. Tornerei ad una Serie A a 18, idem la B, la C al massimo due gironi a 18”.