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Spigolature – La Ternana, mister Gallo e quei suoi “pizzini”

“A Bifulco, lo scrivo anche la sera, che non deve stare spalle alla porta”. Come i “fogliettini” nello spogliatoio di cui parlava dopo la Triestina.

Nello spogliatoio è pieno di foglietti. Come devo fare per farglielo capire?” Una frase pronunciata da Fabio Gallo subito dopo la sconfitta interna della Ternana contro la Triestina, che era la sua prima partita da tecnico delle Fere. E lì, qualcuno aveva scherzato sulla presunta presenza di questi “pizzini” nello spogliatoio rossoverde. Ala vigilia di Ternana-Imolese, il tecnico torna a parlare di messaggi scritti, stavolta riferendosi ad Alfredo Bifulco.

PER ISCRITTO. Riguardo all’attaccante, il tecnico spiega che si aspetta di lui un maggiore attacco alle profondità e che non giochi spalle alla porta. “Glielo ricordo in ogni modo – dice sorridendo il tecnico di Bollate – e gli mando i pizzini di sera, ricordandogli che non deve giocare spalle alla porta“. Poi aggiunge: “Non è la sua caratteristica, giocare spalle alla porta e attaccato al difensore. Lo avrà capito? Non so più come dirglielo. Anche se mi rendo conto che, per uno abituato a giocare sulla fascia e con il riferimento della linea, è più semplice giocare da esterno che un po’ più in mezzo“.

I DISEGNI DELLE PALLE INATTIVE. Tra pizzini e foglietti, ci si immagin a un mister Gallo sempre lì a scrivere qualcosa. Lui ci si fa una risata e risponde: “No. Non è proprio così. Altrimenti, sembra che io stia sempre a scrivere“. Poi spiega meglio pure cosa sono i foglietti a cui si riferiva dopo la partita con la Triestina: “Sono le riproposizioni delle palle inattive che andiamo a fare. Loro hanno un disegno con le situazioni che proviamo in ogni allenamento, con scritti i numeri di maglia e le posizioni in cui devono mettersi. E’ solo un richiamo. Ma lo fanno tutti. Non mi invento niente“. Chissà se, tra quei foglietti, c’è ancora il disegno del gol preso (su palla inattiva, per l’appunto) a Gubbio, fotocopia di troppi altri gol presi da calcio d’angolo, punizione o rimessa laterale. “Quello non c’è – risponde il tecnico – perché sarebbe un messaggio negativo. Il ‘non’, nella comunicazione, non esiste“.

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